Bullismo e cyberbullismo? Un’incompetenza genitoriale diffusa

Bullismo e cyberbullismo? Un’incompetenza genitoriale diffusa

di Angela Ganci
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L’esperienza dell’Ics Capuana di Pa nelle parole del dirigente scolastico Salvatore Amata. La scuola deve accompagnare gli adulti e puntualizzare l’importanza delle regole

PALERMO – Il bullismo e il più insidioso e subdolo cyberbullismo: due fenomeni allarmanti, che chiamano in causa congiuntamente scuola e famiglia, in un rapporto di reciproca collaborazione, in nome della quale avviare attività di informazione e formazione.
Attività di cui si occupa attivamente l’Istituto comprensivo statale Luigi Capuana di Palermo (comprendente i plessi di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado) grazie al prezioso supporto del dirigente scolastico Salvatore Amata e del corpo docente.
“Il bullismo e il cyberbullismo, in quanto atti di prevaricazione sui più deboli, si caratterizzano sempre per l’esistenza di una vittima e di un carnefice, a sua volta egli stesso vittima di violenza, e interessano da vicino la scuola primaria e media inferiore, meno la scuola dell’infanzia – introduce Amata – Tuttavia ritengo che si debbano prendere in carico anche comportamenti non configurabili come bullismo, ma riconducibili a un disagio sociale. Un disagio che deriva da un’incompetenza genitoriale diffusa: ecco che la scuola deve accompagnare gli adulti verso una maggiore consapevolezza del loro essere genitori, e puntualizzare l’importanza delle regole, dei No pedagogici, al fine di non essere assoggettati ai figli”.
E nell’ottica di una formazione pedagogica efficace, di prevenzione e contrasto della violenza, si collocano le attività dell’Istituto, in collaborazione con altrettante Istituzioni del territorio.

“In materia di contrasto al bullismo e cyberbullismo l’Istituto Capuana ha aderito a momenti di formazione rivolti ai docenti, a breve in partenza, e che vedono come polo l’Istituto linguistico Ninni Cassarà di Palermo – continua Amata – Dal 2016 sono attivi incontri con gli alunni sul tema, inclusi nel Piano triennale dell’offerta formativa, durante le ore dedicate alla didattica, mentre il lavoro con le famiglie consiste nella loro convocazione in caso di criticità. Il vero problema resta il cyberbullismo, laddove i ragazzini, bombardati dalla Rete, accedono con estrema facilità e senza controlli, da parte delle famiglie, ai social”.
Problematiche spinose da affrontare, ma anche speranze, progetti in continua ridefinizione.
“Tantissimi sono i passi da fare, soprattutto coinvolgendo le famiglie nell’esercizio della responsabilità genitoriale, ma io sono un ottimista, ripongo fiducia nel progresso realizzato attraverso la valutazione del problema e il monitoraggio continuo delle soluzioni”.