Evgenij Onegin, l’opera lirica composta da Pëtr Il’ič Čajkovskij in scena al teatro Massimo di Palermo.

Evgenij Onegin, l’opera lirica composta da Pëtr Il’ič Čajkovskij in scena al teatro Massimo di Palermo.

Premessa

A partire da venerdì 19 maggio alle 20:00, e dopo 24 anni di assenza, sul palcoscenico del Teatro Massimo di Palermo torna Evgenij Onegin, è tornata l’opera lirica in tre atti e sette quadri, composta nel 1878 da Pëtr Il’ič Čajkovskij, nell’allestimento del Teatro dell’Opera di Magdeburgo e dell’Opéra de Lorraine. Sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo, il maestro Omer Meir Wellber che l’aveva già fortemente voluta come opera inaugurale della Stagione 2021, poi sospesa e riprogrammata a causa del Covid. La mise en scène è del regista svizzero Julien Chavaz.

Una storia semplice, di inquietudini, disincanto, amori perduti e rimpianti, trasformata in un capolavoro in versi dal genio di Puškin e dalla sensibilità di Čajkovskij che ne ha fatto un’opera cardinale del teatro musicale.

Senza dubbio è possibile dire che l’Evgenij Onegin di Aleksandr Puškin stia alla letteratura russa come la Commedia di Dante Alighieri sta alla letteratura italiana. L’Onegin è infatti il vero e proprio poema nazionale russo, studiato a scuola e i cui versi sono tramandati a memoria da generazioni di studenti. Scritto in modo frammentario tra il 1823 e il 1830 il poema, che l’autore definiva un “romanzo in versi”, non è compiuto: Puškin prevedeva di scrivere nove lunghi capitoli, ma ne scrisse soltanto otto più alcuni frammenti. Nonostante ciò, l’Onegin rimane l’atto fondativo della letteratura russa moderna e, allo stesso tempo, il suo momento poeticamente più alto: la lingua russa trova infatti nel poema puškiniano il suo codice definitivo e in Puškin il suo più grande interprete, un punto di riferimento per gli scrittori a lui successivi.

La trama

La trama è ben nota al vasto pubblico: Onegin è un giovane ricco, un dandy piuttosto egocentrico e molto coccolato dagli ambienti nobili di Pietroburgo. Disilluso e annoiato – si direbbe affetto da quello spleen che oltre vent’anni più tardi darà forma a uno dei lavori più celebri di Baudelaire, Les fleurs du mal – si ritira in campagna, dove stringe amicizia con un giovane poeta, Lenskij, che possiede invece un animo puro e idealista. I due frequentano la casa della famiglia Larin: Lenskij si fidanza presto con una delle due figlie, Ol’ga, mentre l’altra, Tat’jana, si innamora di Onegin e glielo confessa in una lunga lettera, uno dei momenti più alti del poema. Onegin respinge Tat’jana e corteggia, per noia e per fare un dispetto a Lenskij, Ol’ga, scatenando la rabbia dell’amico poeta, che lo sfida a duello. Onegin e Lenskij si battono e quest’ultimo rimane ucciso. Alcuni anni dopo Onegin incontra a Pietroburgo Tat’jana, che nel frattempo è andata in sposa a un generale. Stavolta le parti si ribaltano; Onegin si rende conto di amarla e la corteggia, ma lei, pur amandolo ancora, lo rifiuta per fedeltà al marito.

Caratteristiche tecniche

Rappresentato solo due volte al Teatro Massimo, nel 1975 e nel 1999, Evgenij Onegin è stato presentato nella versione originale in russo con sovratitoli in italiano e inglese. La protagonista, Tatiana, che nell’ultimo allestimento del 1999 a Palermo fu di Mirella Freni, il soprano Carmen Giannattasio che padroneggia il ruolo in virtù di una laurea in russo, oltre che per la sua voce brillante e la sua abilità drammatica. Nel cast alternativo Tatiana il soprano moldavo Natalia Tanasii. Il baritono polacco Artur Rucinski è stato Onegin, archetipo dell’eroe romantico, ruolo che ha segnato il successo della sua carriera fin da quando venne chiamato a cantarlo da Daniel Barenboim nel 2010. Nelle repliche è Nikolai Zemlianskikh. I mezzosoprani Helene Schneiderman e Victoria Karkacheva hanno interpretato rispettivamente Larina e Olga, mentre il poeta romantico Vladimir Lenskij è il tenore albanese Saimir Pirgu, che il pubblico palermitano ha avuto modo di ascoltare e amare nei panni di Alfredo nella Traviata presentata a inizio stagione. Nelle repliche successive Lenskij è Pavel Petrov. Completano il cast Margarita Nekrasova nei panni di Filipp’evna, Giorgi Manoshvili è il Principe Gremin, James Kryshak Monsieur Triquet e Un contadino, Andrii Ganchuk Zareckij/Un capitano. La scenografia è firmata da Amber Vandenhoeck, i costumi da Sanne Oostervink. Luci di Eloi Gianini. Ad affiancare Julien Chavaz, la regista collaboratrice Annemiek van Elst e l’assistente alla regia Fleur Snow.

Orchestra e Coro del Teatro Massimo, Maestro del Coro Salvatore Punturo. Le repliche sono state programmate fino alla giornata di chiusura del 25 maggio.

La Critica

“Due artisti geniali si sono “incontrati” in un’opera e si completano a vicenda (come forse solo Maurice Maeterlinck e Claude Debussy in Pelléas et Mélisande)” – dice il regista Julien Chavaz, direttore generale del Teatro di Magdeburgo, affermato per le sue regie di opere contemporanee e di teatro musicale. Puškin riesce non solo a raccontare una storia meravigliosa – questo succede in tanti romanzi – ma a raccontarla in modo tale che le parole, la loro connessione, la struttura delle frasi e l’intera costruzione dispieghino un enorme potenziale emotivo. Se a questo si aggiunge la musica di Čajkovskij, questo potenziale si moltiplica. Ed è bello poter raccontare una storia così semplice in modo così emozionante”.

“Evgenij Onegin di Čajkovskij è una delle opere che amo di più – dice il direttore musicale del Teatro Massimo Omer Meir Wellber – sia perché è proprio con Onegin che ho iniziato la mia collaborazione con Daniel Barenboim – e questo mi riempie ancora di nostalgia – ma anche perché è un’opera che affronta con grande profondità il tema del destino. «Ogni giorno che passa non torna» diceva mio padre, e ognuno di noi paga un prezzo molto alto per scelte da cui non è possibile tornare indietro. Uno scrittore israeliano che mi sta a cuore scriveva che «in letteratura la vera tragedia non è racchiusa in una storia triste ma nello spazio tra quello che è successo e quello che avrebbe potuto succedere. E più grande è questo spazio, più profonda è la tragedia». Onegin per me è tutto questo”.

Evgenij Onegin ha seguito le seguenti date, venerdì 19 maggio, ore 20:00 (turno Prime); sabato 20:00, ore 18:30 (turno Opera); domenica 21, ore 17:30 (turno D); martedì 23, ore 18:30 (turno C); mercoledì 24, ore 18:30 (turno Scuola); giovedì 25, ore 18:30 (turno B). La “prima” di venerdì 19 maggio è resa disponibile dalle 20:00 anche in diretta streaming sulla Web Tv del Teatro, diretta da Gery Palazzotto con la regia di Antonio Di Giovanni e l’editing di Davide Vallone.