La riforma delle pensioni in Francia è legge.

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La riforma delle pensioni in Francia è legge: ecco cosa cambia.
L’età minima per uscire dal lavoro salirà gradualmente di 3 mesi ogni anno. Non è quindi un provvedimento “lacrime e sangue” come quello adottato in Italia nel 2012 da Elsa Fornero.

Le mozioni di sfiducia contro la riforma delle pensioni del governo francese non sono passate ed ora la riforma è legge.

Ma questa riforma è una vera rivoluzione sociale? Non proprio. Il presidente Emmanuel Macron ha deciso di blindare la riforma che innalza gradualmente l’età di uscita dal lavoro a 64 anni. In Francia si va in pensione a 62 anni e un ritocco dell’età era atteso da tempo. Già in passato Macron aveva tentato (invano) di alzare l’età pensionabile rinviando ogni decisione a tempi migliori. Oggi questa decisione non è più rinviabile. Di fatto, però, di fronte all’innalzamento dell’aspettativa di vita, l’età pensionabile a 62 anni è diventata anacronistica e, di fatto, troppo costosa per lo Stato. Si andrà quindi in pensione a 64 anni e non più a 62 dal 2030. Cioè fra 7 anni. Nel frattempo l’età salirà gradualmente di 3 mesi ogni anno. Non sembra quindi un provvedimento “lacrime e sangue” come quello adottato in Italia nel 2012 da Elsa Fornero. Quello che preoccupa nella riforma è che il sistema di accesso alla pensione sarà più rigido e meno generoso di quello italiano. I lavoratori francesi potranno andare due anni più tardi, ma con una forte penalizzazione economica. Solo arrivando a 65 anni di età con 40 anni di contributi sarà possibile ottenere la contribuzione piena. Quindi c’è un taglio economico. Sull’irrigidmento dei vincoli per accedere alla pensione c’è anche l’innalzamento dell’importo minimo della pensione: 1.200 euro. In sostanza, la riforma pensioni punta a incentivare economicamente chi decide di rimanere al lavoro oltre i 64 anni. Un meccanismo che tende a favorire i colletti bianchi, i top manager e chi svolge mestieri poco faticosi, non alienanti e usuranti, che possono permettersi di proseguire ben oltre l’età pensionabile.

Ma la riforma sembra non più rinviabile perché Francia, come l’Italia, è alle prese con un debito pubblico in costante crescita e le pensioni pesano enormemente sul bilancio statale. La pressione fiscale è già a livelli massimi e per garantire le pensioni a 62 anni e lo Stato dovrebbe innalzare ulteriormente le tasse ai cittadini. Ne andrebbe della fiducia dei mercati e della stabilità del debito pubblico in un momento in cui anche la Francia sta facendo i conti del periodo post-pandemia. Rinviare servirebbe solo a peggiorare gli equilibri finanziari di un Paese che soffre i rincari dovuti all’inflazione. La spesa per le pensioni in rapporto al Pil è pari al 14,8 per cento in Francia. Mentre il tasso di sostituzione, cioè l’importo della pensione in rapporto all’ultimo stipendio percepito, è del 60%.

2 commenti su “La riforma delle pensioni in Francia è legge.

  1. L’unica cosa da dire è Francesi Leoni Italiani pecoroni e viva la Francia dove sui diritti non si scherza a costo della propria vita come ci insegna la storia

  2. La riforma sicuramente colpisce i cittadini.
    Speriamo che venga mantenuta la promessa del suo adattamento con specifici testi di legge per le categorie di lavoro più usuranti, anche se questo non è abbastanza per sindacati e opposizione.

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