“Rapito”, la recensione del nuovo film diretto da Marco Bellocchio, sul caso Edgardo Mortara.

“Rapito”, la recensione del nuovo film diretto da Marco Bellocchio, sul caso Edgardo Mortara.

Tratto da https://movieplayer.it/articoli/rapito-recensione-film-marco-bellocchio_29771/

Con Rapitoin sala dal 25 maggioBellocchio racconta la storia vera di Edgardo Mortara, bambino ebreo bolognese sottratto alla propria famiglia nel 1858 e portato a Roma per essere educato secondo la fede cattolica, perché battezzato in segreto da una domestica, che non voleva vederlo finire nel limbo. Mortara non è stato l’unico ragazzo tolto al proprio nucleo familiare dallo Stato Pontificio. In un momento storico in cui il Vaticano vedeva in pericolo il suo potere (nel 1870 ci sarebbe infatti stata la breccia di Porta Pia), papa Pio IX cercava con ogni mezzo di riaffermare la propria autorità.

Religione, politica, l’influenza che il potere ha nelle nostre vite: il regista torna ad affrontare i temi a lui più cari raccontando un fatto storico come se fosse un horror. Le donne che portano Edgardo a Roma sembrano delle streghe, avvolte in un velo nero, facendo leva sul suo senso di colpa: quando chiede di vedere la mamma gli dicono “te lo devi meritare”. Ormai forte di una totale libertà, il regista ha il coraggio di fare un horror di possessione in cui il demone è la Chiesa cattolica, che, inevitabilmente, in Italia ha un potere enorme, influenzando le vite di tutti, più o meno consapevolmente.

La lotta interiore del protagonista (da bambino ha il volto di Enea Sala, da grande di Leonardo Maltese) non è soltanto per ritornare dai suoi affetti, ma soprattutto una battaglia per difendere la propria identità. Religiosa e intellettuale. Scelto per diventare un soldato di Cristo, Edgardo a poco a poco si trasforma, lasciando che la conversione alla fede cattolica cambi anche la sua emotività. Sempre più distante da genitori e fratelli, finisce per vedere proprio in Papa Pio IX una figura paterna.

Quanto l’ambiente in cui cresciamo sia determinante per le persone che diventeremo è uno dei punti più interessanti di un film ricco e denso di suggestioni. Per essere più forti di ciò che ci circonda bisogna avere una determinazione e una sicurezza in se stessi enorme. E un sistema capillare come quello della Chiesa cattolica è davvero difficile da mettere in discussione.

E nel mostrare questo Papa vampiro, Bellocchio parla anche della politica contemporanea. Quando fa dire a Pierobon: “Non sono reazionario, io resto fermo: è il mondo che si muove verso il precipizio” sembra di ascoltare diversi politici di oggi, che non vogliono riconoscere l’evoluzione di una società che ormai è molto più evoluta di loro.

Un cast eccellente

Se è vero che l’ambiente è determinante, quello che si è creato sul set del precedente film di Bellocchio deve essere stato particolarmente florido: il regista recupera molti degli attori con cui ha lavorato in Esterno Notte, da Fabrizio Gifuni a Fausto Maria Alesi, che interpreta il padre di Edgardo, Salomone, compreso lo stesso Pierobon, ottenendo da loro prove di altissimo livello. Proprio Alesi e Barbara Ronchi, che nel ruolo di Marianna, madre del protagonista, hanno le scene più intense dal punto di vista emotivo, dando a questi genitori privati di un figlio un’umanità straziante.

Scritto da Bellocchio insieme a Susanna Nicchiarelli ed Edorado Albinati, premiato autore di La scuola cattolica, e reso cupissimo dalla fotografia plumbea di Francesco Di GiacomoRapito è anche un film sul conflitto che, prima o poi, ognuno di noi sperimenta sulla propria pelle: quello che porta a scontrarsi tra loro chi siamo veramente e ciò che vorremmo essere.

CONCLUSIONI

Come scritto nella recensione di Rapito, Marco Bellocchio racconta la storia vera del rapimento di Edgardo Mortara, bambino ebreo di Bologna, da parte della Chiesa cattolica. Ormai totalmente libero e in un momento creativo fortissimo, il regista trasforma un fatto storico in un horror di possessione, in cui il demone è il papa Pio IX. Cast in stato di grazia, a cominciare da un Paolo Pierobon che popolerà i vostri incubi.

4 commenti su ““Rapito”, la recensione del nuovo film diretto da Marco Bellocchio, sul caso Edgardo Mortara.

  1. Nonostante siano passati più di 150 anni la storia narrata dal film, per alcuni aspetti, è attuale. Senz’altro da vedere

  2. Non conoscevo questa storia, contesto storico interessante e sconosciuto ai più, cast d’eccezione per l’ultimo film del bravo regista Marco Bellocchio

  3. Complimenti alla Dottoressa Angela Ganci per la passione che trasmette nel diffondere gli eventi culturali attuali, che vanno dal mondo del cinema a quello dell’arte.

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